comunità pastorale madonna delle lacrime

Treviglio e Castel Rozzone

“Correva l’anno 1522”

Tra gli anni ’60 e ’70 il maestro Riccardo Giberti, cartolaio in via Roma, era tra i personaggi più impegnati della Treviglio culturale. Oltre alla passione per la storia locale e dei suoi monumenti, per il teatro e il cinema, era anche un cultore del passo ridotto, cioè realizzava filmati a 8 mm e poi Sup8, le pellicole allora in uso per i fortunati possessori di cineprese. Divenne così il catalizzatore di altri appassionati organizzatisi nel Cine Club Fedic città di Treviglio, gruppo che produsse concorsi, rassegne e moltissimi film, tra cui l’impegnativo “Miracol si grida” -ripreso in 16 mm- dedicato alla Madonna delle Lacrime di Treviglio e alla vicenda del Generale Lautrec, l’invasore francese che grazie al miracolo decise di non punire i trevigliesi che avevano oltraggiato il suo esercito. I nomi di quanti collaborarono a questa impresa sono molti e alcuni importanti, come quello di Gino Gaigher, titolare della Pasticceria del Corso in via Matteotti, ma soprattutto con trascorsi di attore teatrale di caratura nazionale che recitò, tra l’altro, con Emma Grammatica, Walter Chiari e Macario. Poi Carlo Bonfanti, impiegato amministrativo della Amber (Succursale della Montecatini), attore, regista e animatore della Compagnia Stabile di prosa Città di Treviglio, e che oggi porta il suo nome; poi un altro attore della compagnia, il bancario Luigi Romualdini. Naturalmente parteciparono alla produzione gli animatori del Club Fedic Treviglio: Adriano Sacchi, Luciano Buttinoni, Arrigo Belloli, Mario Leoni. Poi familiari, amici e amiche coinvolte come attrici e attori, segretarie di produzione e aiuto: Rosanna, Paola e Giusy Donarini, Wilma Marone, Rosaria Colombo, Claudio ed Elena Ronchi, Pietro Cattaneo, Bruno e Gianprimo Riva, Cesare Rivoltella, Ludovico Leoni, Italico Rondoni. Le immagini sono “consumate” dai vari passaggi: dalla pellicola al telo poi ripreso con una videocamera VHS, quindi il trasferimento sul DVD, poi al Pc, infine alla rete. Insomma, è una testimonianza consumata dagli anni e dal passaggio delle tecnologie che li ha segnati. (Roberto Fabbrucci)

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