comunità pastorale madonna delle lacrime

Treviglio e Castel Rozzone

Parrocchia del Santo Nome di Maria

La parrocchia S. Nome di Maria si trova nel territorio a nord-ovest di Treviglio, nel logo della Comunità Pastorale è identificata con il petalo giallo, e si compone di due comunità diverse tra loro per storia, cultura, economia:

Castel Cerreto, località con una forte vocazione agricola, situata all’estremo nord di Treviglio prende il nome da antichi boschi di cerri (ceredo)

Geromina, frazione nata nella seconda metà del1800 dall’insediamento in loco di iniziative industriali per la lavorazione della lana

Considerata la distanza delle frazioni di Geromina e Castel Cerreto dal centro parrocchiale di S. Martino in Treviglio, e considerato l’accresciuto numero degli abitanti”, la Curia arcivescovile di Milano il 26 giugno 1986 istituì per questo territorio la nuova Parrocchia del Santo Nome di Maria accorpando la comunità di Castel Cerreto con quella della fraz.Geromina.

La parrocchia S. Nome di Maria si trova nel territorio a nord-ovest di Treviglio e si compone di due comunità diverse tra loro per storia, cultura, economia:
    • la Geromina, frazione nata nella seconda metà del1800 dall’insediamento in loco di iniziative industriali;
    • Castel Cerreto, località di chiara e forte vocazione agricola, con una storia molto antica fatta di boschi, di agricoltura, di cooperazione.
Castel Cerreto è località all’estremo nord di Treviglio (a poco più di 3 km) e sembra “adagiata” sopra la verde costa del mitico lago Gerundo; la sua anima e la sua economia è tuttora prettamente agricola. Ora è tra campi verdi, ben coltivati, ma prima qui c’erano fitte boscaglie. Sembra infatti che il luogo abbia preso il nome da antichi boschi di cerri (ceredo). Abitata già in epoca romana, la località fu di proprietà della chiesa di Fara d’Adda che nel 1487 assegnò tali beni – tra cui anche una chiesa dedicata a S. Gerolamo – in uso alla famiglia Rozzone che vi costruì una dimora di campagna (castello). Di tale residenza e beni si ha però evidente testimonianza solo nel 1539, dal testamento di Bartolomeo Rozzone.
La proprietà passò poi al marchese Menafoglio ed in tale epoca (1773) la vecchia chiesa fu abbattuta, per edificare l’attuale dedicata al culto di S. Francesco e S. Gerolamo. Nel 1813 l’intera proprietà (casa, chiesa, terreni, cascine, ecc.) fu acquistata dai nobili Piazzoni di Bergamo. La contessa Piazzoni, alla morte dell’unico figlio Costanzo, nel 1887, otteneva la istituzione di una cappellania a Castel Cerreto con diritto di nominarvi il sacerdote, e nel 1888 istituiva l’Asilo di Castel Cerreto, intitolato al defunto figlio Costanzo. La direzione e l’insegnamento furono poi affidate alle suore di Maria Bambina.
Nel 1900, con la morte della contessa Woyna Piazzoni, la loro discendenza si estinse e l’intera proprietà passò in eredità all’Orfanotrofio maschile di Bergamo. Nel testamento la contessa Piazzoni però chiedeva che agli Orfani fosse data la possibilità di applicarsi all’agricoltura proprio qui a Castel Cerreto e nel 1903 l’Orfanotrofio maschile di Bergamo vi istituì la Colonia Agricola, affidata alla Congregazione dei Giuseppini, nella quale tanti piccoli orfani poterono formarsi professionalmente.
Alla morte della contessa Piazzoni a Castel Cerreto abitavano e lavoravano 113 famiglie con 1176 persone ed in quell’occasione, fu proposta al nuovo proprietario, che accettò, la innovativa formula dell’affitto collettivo, attraverso la quale i contadini, costituiti sotto la guida di mons. Ambrogio Portaluppi in cooperativa (Società dei Probi Contadini), affittarono direttamente l’intera proprietà per poi suddividerne tra loro la conduzione. L’innovativa forma d’affittanza a conduzione divisa ebbe vasta eco e suscitò interesse internazionale.
Nel 1919 la cappellania di Castel Cerreto venne affidata ad un sacerdote (don Angelo Colombo) della diocesi di Milano. Per lo zelo pastorale e per l’esemplarità di vita è molto ricordato e stimato anche don Giuseppe Boffi (1934-1949) a cui successe nel 1950 il giovane don Umberto Crugnola che portò una ventata d’aria giovanile, con la realizzazione del salone dell’Oratorio per il cinema-teatro (1956), nonché l’attrezzatura del campo sportivo; il bar, insieme a tante attività formative,sportive e culturali di cui i cerretani andaron giustamente orgogliosi.
Nel 1986, con la comunità della fraz.Geromina, entrò a costituire la Parrocchia S. Nome di Maria.
La frazione Geromina è invece molto più giovane: la data più lontana e significativa che appare da note storiche, è il 1873, anno in cui l’industriale Marzio, anche per sfruttare la forza idraulica del cavo Firone, avviò in questa località uno stabilimento per la lavorazione della lana; vi edificò anche la sua villa d’abitazione a cui diede il nome della moglie: Geromina, diminutivo trevigliese di Gerolama. Da qui sembra si sia originato il nome della località ove la presenza della fabbrica, a cui si aggiunsero più tardi le abitazioni per gli operai e gli impiegati, ha influito in modo significativo sulla vita e la struttura della frazione. E in effetti il toponimo “Giromina”, nel registro dei battesimi – dell’allora unica parrocchia di Treviglio -, si trova solo nell’anno 1895.
Lo stabilimento passò poi alla Industria Cascami Fabris e poi all’Industria Cascami dell’ l’industriale Ercole Brusadelli; questi, a beneficio della popolazione, nel 1939 vi fece costruire – seppure in legno-: una chiesetta dedicata al Santo Nome di Maria; un saloncino per incontri e catechesi; un asilo infantile. Tali piccoli segni della presenza di Dio divennero negli anni, il cuore pulsante della comunità. Nella chiesetta fu celebrata la prima S.Messa domenicale dal preposto parroco di Treviglio, mons. Egidio Bignamini, mentre il card. Idelfonso Schuster, venendo a Treviglio per le Cresime il 29 febbraio 1940, volle visitare la nuova cappella ed incontrare la piccola comunità.
Per le celebrazioni e la cura pastorale il parroco incaricava un prete di Treviglio e a tale ministero si dedicò con passione don Arcangelo Rossignoli che era anche cappellano dell’Ospedale di Treviglio. Og ni domenica pomeriggio poi, qui venivano a piedi le Madri Canossiane per il catechismo ai bambini e la dottrina alle mamme; luminosa la figura di suor Annetta Pinotti che vi si dedicò sino alla morte (1972).
Nel 1951, a don Arcangelo succedette don Piero Perego che diede notevole impulso alla vita di fede e comunitaria; poi nel 1954 venne don Nando Macchi che vi profuse grande passione, vitalità, impegno sociale. Nel 1960, durante la visita pastorale, il card. Montini, poi papa Paolo VI, evidenziò e prospettò una nuova chiesa, anche per i futuri sviluppi della frazione.
Nel 1964 arrivò don Angelo Iseni al quale toccò una situazione non facile: per la lunga recessione economica; la contestazione giovanile; le precarie condizioni delle consunte strutture di legno della comunità.
Il 1° gennaio 1974, il parroco di Treviglio mons. Cazzulani promuoveva dunque la costruzione della nuova chiesa alla Geromina ed un’apposita commissione, presieduta da don Angelo Iseni, operò per la raccolta dei fondi necessari e per seguire i lavori realizzativi. Il 16.4.1974 fu celebrata l’ultima S.Messa nella precaria ma benemerita chiesetta di legno; presiedette il parroco mons. Pietro Cazzulani e concelebrarono mons. Arcangelo Rossignoli, don Piero Perego, don Nando Macchi, don Angelo Iseni che fu l’anima per la realizzazione della nuova aula. Sino alla certificata agibilità della nuova chiesa, iniziata il 18.4.1974, le celebrazioni ebbero luogo nel seminterrato della locale scuola elementare.
La nuova – ed attuale – chiesa della Geromina è stata costruita in stile moderno. Presenta un altare con delle decorazioni in oro e un crocifisso ligneo sullo sfondo. Figura significativa nella chiesa è la bella statua in legno di Maria con in grembo Gesù bambino. La nuova chiesa fu consacrata il 31.8.1975 dal card. Giovanni Colombo, arcivescovo di Milano. Successivamente è stata adornata da vetrate artistiche del pittore Trento Longaretti. Nel 1979 un grande e gioioso evento per la comunità, fu l’ordinazione sacerdotale di un suo figlio: don Luigi Morino.
“Considerata la distanza delle frazioni di Geromina e Castel Cerreto dal centro parrocchiale di S. Martino in Treviglio, e considerato l’accresciuto numero degli abitanti”, la Curia arcivescovile di Milano il 26 giugno 1986 istituì per questo territorio la nuova Parrocchia del Santo Nome di Maria accorpando la comunità di Castel Cerreto con quella della fraz.Geromina.
Primo parroco fu don Bruno Baj, che già da alcuni anni risiedeva in Geromina per preparare l’unione delle due comunità. La sua cura pastorale si rivolse particolarmente ai giovani, alle coppie, alle famiglie. Don Bruno promosse la costruzione del campanile che fu edificato nel 1989, anno in cui egli morì. Quale amministratore parrocchiale fu incaricato don Ernesto Porta sino al 1990. Quale nuovo parroco fu poi nominato don Giovanni Cerutti, uomo buono che qui visse la cura pastorale in modo esemplare. A don Giovanni nel 1999 succedette don Enrico Petrini sino al 2005 quando fu nominato padre Enrico Beati quale amministratore parrocchiale.
Nel 2006, l’11 maggio, la parrocchia Santo Nome di Maria, che oggi conta circa 2800 abitanti, entrò a costituire, insieme alla parrocchia di S. Martino e S.Maria Annunciata, la Comunità Pastorale Madonna delle Lacrime di Treviglio.